Dammi tue notizie e un bacio a tutti di Valerio Grutt, pubblicato da Interno Poesia nel 2018, è la sua quinta opera, e rappresenta un ponte tra la poesia e l’esperienza vissuta, tra lutto e la tenerezza, tra scomparsa e presenza. Questa raccolta, scelta da Sabrina, si muove tra il dolore della perdita e il desiderio di continuare a dialogare con chi non c’è più, trovando nella parola poetica un luogo di resistenza e di affetto.

Grutt esplora i temi della malattia, dell’assenza e della solidità continua della memoria con una scrittura limpida e diretta, priva di artifici ed eccessi. Ogni parola sembra scelta con precisione, come se ogni verso fosse un tentativo di restituire il senso più autentico dell’esperienza umana. La sua poesia si muove tra la sofferenza e la leggerezza, tra la morte e la possibilità di trasformarla in un nuovo modo di abitare il mondo:

(…)
Se solo si potesse dire: ciao ciao vita
sono stato bene e male
ora se non ti dispiace me ne vado
e salutare con un arrivederci
figli, città e amori
accettare come normale
il corpo che finisce
riderci magari un po’ alla fine
e ringraziare come fa sottovoce
il fiore quando piove.

Il libro inizia dal momento che precede l’assenza, la malattia, che in Dammi tue notizie e un bacio a tutti non è solo un’esperienza fisica, ma un evento che scava nel linguaggio, nella memoria e nei legami. È un tempo sospeso, fatto di attese, di gesti ripetuti, di parole che cercano di dare forma a ciò che sfugge. Il corpo si fa fragile, la quotidianità si frantuma in dettagli minimi: una stanza d’ospedale, una telefonata, un messaggio che prova a trattenere qualcosa prima che svanisca. Eppure, anche nella malattia, Grutt trova tracce di luce: un momento di intimità, un affetto che resiste, una tenerezza che si insinua tra le crepe del dolore. 

(…)
Anch’io chiamo da ogni lato
aiuto, dal cielo, dalla terra
venite forze sconosciute
presenze luminose, venite
qui dove precipitano i corpi
nel buio di noi figli dimenticati
nei parcheggi dei supermercati.

Venite, reggetela in nome dell’amore
questa donna mia bellissima
questa montagna di vene e bagliori
mia madre, mia strada senza fine.

O anche:

(…)
Ma so che resterà
anche l’espressione bambina
sul tuo viso da albero di mare
quando dormi e per un attimo
ti dimentichi del male,
torna la luce che apre gli occhi ai gatti
e il dolore va a farsi un giro.

Grutt accompagna il lettore in questo percorso doloroso, con la consapevolezza che tutto è destinato a mutare. La meta resta incerta, ma il viaggio è un attraversamento intimo in cui la sofferenza e la perdita si trasformano in esperienza viva, in qualcosa che può ancora essere detto e condiviso. Nei suoi versi, la malattia è un passaggio, un momento in cui il legame con l’altro si fa più intenso, più essenziale.

Vedi Giulia Fraulo Grutt
io entro con te nel dolore
come in una grotta
e l’attacco della nausea
e della tosse, le fitte allo stomaco
e al torace non sono
un castigo come dici tu
ma le prove di un tempo
che verrà devastando
gli anni e la morte.

Vedi, mamma
io soffro con te
nei giorni che non hanno più giorno
nelle notti che sono bombardamenti.
(...)

E poi arriva il lutto, che non è mai un punto d’arrivo, ma una soglia. L’assenza si insinua nel quotidiano, nei gesti più semplici: una frase che torna in mente, un numero che si vorrebbe ancora comporre, un messaggio che non riceverà risposta. Ma Grutt non lascia che il dolore diventi silenzio assoluto. Le parole cercano un varco, provano a trattenere, a tenere con sé ciò che sembra svanire. La sua poesia diventa allora un atto di resistenza contro la scomparsa, un modo per dire ancora, per lasciare tracce. 

Ti ho telefonato
tutti i giorni per dieci anni
e ora che il tuo telefono squilla a vuoto
come potrò chiamarti?
Facendo scendere tutte le stelle
nel mio ufficio
aprendo la porta
del punto più chiaro del giorno
dove la tua voce è acqua
di ogni rubinetto, ogni fiume
e dice: Valerio, svegliati
come quando mi addormentavo
sul divano. Ora la tua voce
canta la canzone di Marinella
tra il vento degli alberi
e fa del mio cuore una marcia lenta.
Rideremo di questi giorni
con le mani celesti
quando la testa ci esploderà
d’amore per il segreto delle cose.




Dammi tue notizie e un bacio a tutti è un libro che parla con chi non c’è più, ma lo fa con la voce di chi resta, di chi continua a scrivere e a cercare. È una voce che non si rassegna al silenzio, che trasforma il ricordo in un dialogo costante, fragile e necessario. Le poesie di Grutt si muovono tra il desiderio di trattenere e l’accettazione del distacco, trovando nelle parole un modo per colmare lo spazio che la perdita lascia dietro di sé. Non c’è retorica nel suo sguardo, solo la verità di un’assenza che continua a pesare, ma che al tempo stesso illumina, come un’eco che non smette di rispondere.

A mio padre - Vent’anni, una lettera

Sono vent’anni ed è un minuto
ho cercato la tua allegria
nelle piazze, nei viaggi
nelle risate delle ragazze,
quel tenersi la vita azzurra in faccia.

(...)
Se un giorno mi vedrai in questa stazione
tra le ragazze con i trolley
in un vento di frecciarossa, mi riconoscerai?
Figlio di passione, dallo sguardo
che fa il click dell’accendino.
Mi dirai: sei l’eletto
questa pioggia ti ha scelto
le macchine non partono senza il tuo respiro
e io in uno sbadiglio di alberi
ti ascolterò.
Oppure passerai tra la folla
come chi ha fretta
e non ha ancora marcato il biglietto
per voltarti alla fine e pensare:
neanche stavolta ce l’abbiamo fatta
avevo da fare, mi sono fermato poco
ma tornerò, non temere.
Siamo sempre gli stessi,
questo ti volevo dire.

Dopo la malattia e il lento processo di elaborazione del lutto, dopo un mantra di consapevolezza nuova e risorta, l'amore emerge non come una consolazione, ma come un'apertura concreta: una forza che chiude definitivamente alcuni cicli e illumina spazi nuovi. Grutt compone poesie che celebrano la bellezza delle piccole gioie, dei dettagli apparentemente insignificanti che danno senso all’esistenza. Gli oggetti, le persone, i gesti più semplici vengono elevati a simboli di una felicità possibile, a segni di una continuità affettiva che sopravvive al dolore. In questa sezione, la scrittura si fa più luminosa e distesa, lasciando spazio a una dolcezza che non è mai sentimentalismo, ma piuttosto un’accettazione serena del mondo così com’è. La poesia si fa respiro, luogo in cui la vita trova un suo equilibrio tra fragilità e resistenza.

Cinquecentomila anni per dirti
che non mi interessa
se è più cara la conad o la coop
se per il pavimento bianco
del bagno è meglio uno scottex
o lo straccio, cosa mangeremo
a pranzo o domenica
e non sono discorsi da fare di mattina.
Ma solo i tuoi occhi nella luce
di persiana, quando ti volti bambina
e il bene del mondo inonda
questa casa sepolta.

E il testo non può non concludersi con un’uscita magistrale, con il bene e il male, con il pianto e la gioia. Dammi tue notizie e un bacio a tutti è un libro che parla sottovoce, con un’intensità. La poesia di Valerio Grutt sa essere intima e universale allo stesso tempo, capace di toccare corde profonde con una leggerezza che è frutto di una raffinata sensibilità espressiva. È una raccolta che ci ricorda che la poesia è guarigione, che anche nell’assenza si può trovare una forma di presenza, e che la parola poetica ha il potere di custodire il passato mentre ci guida verso il futuro.



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