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Showing posts from 2025
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8/12/2022 E tutto è lampo - il bello non ha araldi rose sanguigne 11/3/2023 Silenzi rotti da richiami nascosti - ultimi freddi 16/3/2023 Un blu cobalto - il giorno si dilunga chissà che sogni 1/6/2023 Dolce levante arse stoppie carezza e ci si perde 11/6/2023 I gelsomini profumano la notte - nessun pensiero 7/3/2025 L'erba si veste con rugiada d'argento - le basta poco 4/8/2025 L'ibisco rosso come rubino splende - nel dì plumbeo 8/10/2025 Acquamarina il ciel che s'inazzurra - gioisce l'occhio 20/10/2025 È blu oltremare il silenzio che fugge - bel dì scentrato! 23/10/2025 Zefiro lieve fa danzare i cipressi - ecco due ali 28/10/2025 Tigre lontana che maestosa sonnecchi - chissà se sogni 2/11/2025 Petali vizzi sfioriscono sanguigni - è la bellezza? ** Jacopo d'Andrea  nasce e vive a Roma. Ha 43 anni. È laureato e lavora in una scuola. Scrive haiku, filastrocche e piccole poesie nonsense, per grande diletto. Disegna e dipinge, con altrettanta passione. È un autodida...
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Fai buon uso delle parole, la parola è sacra, è un pugno o una stella. In questo lungo cammino fatto di luce e attese, i giorni dell'avvento, abbiamo sentito la sacralità e l'importanza della parola poetica: capace di creare immagini, dare forma a ricordi e costruire emozioni autentiche. Le parole poetiche ci hanno tenuto compagnia e al tempo stesso cullato e, a poche ore dal Natale, nessuna parola brilla di più di grazie. Ringrazio mio padre per l'inquietudine mai revocata, ringrazio la mia impazienza che mi ha tenuto fino a trent'anni lontano da ogni nido, da ogni sedia, ringrazio chi mi ha baciato mentre dormivo, mentre temevo di morire. Ringrazio tutte le poesie che ho letto, miracoli inutili ma necessari, ringrazio chi è generoso anche se malato, ringrazio mia madre, il suo cuore in cui sono alloggiato. Per la necessità quotidiana di essere grati, salvifica e nutritiva, e molto, molto altro, Canti della  gratitudine di Franco Arminio, edito Giunti/Bompiani 2024, è...
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«Non sparire» Le sussurro piano, sul precipizio. «Nessuno ti verrà a cercare se non uscirai da lì.» C’è il deserto tutt’intorno, piccolina. Sento indignarti, sembri urlarmi: «Che m’aspetti?» Lo so che sei distrutta, arriverà presto un tuo movimento, mi dico. Di te adesso si vede solo un dito, ma io so che ci sei tutta. * Non mi abbracciare all’improvviso, non farlo mai, è l’atto più violento di sempre. Hai visto che è come una gara di combattimento? Mentre mi avvicino mi preparo, pronta al colpo, in attesa del momento. Sistemo le mie braccia, calcolo le distanze. C’è una compostezza anche nell’abbandono, un rifugio dopo ogni nudità, una tenda per tutte le stanze. * Il mio vero lutto non è stato perderti perché non ti ho mai avuto. Il mio vero lutto è stato smettere di aspettarti, sapere che non saresti mai arrivato. L’attesa era l’unica traccia che avevo ancora di te. * Non c’è mai stato un equilibrio nel mio peso leggero, negli occhi di mattone.  Nel mio cuore Gratitudine e Malinc...
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  […] “Il potere della fede è reale. Ogni pensiero è una preghiera e se tale visione si trova in un angolo della propria mente, forse si realizzerà quanto è nel profondo del cuore.” da Nota dell’Autrice   Noi ombre di Romenia Fosci Suri , pubblicato per Campanotto Editore nel 2006, rappresenta per il collettivo un esempio di poesia metafisica, alla ricerca delle sue origini in un quadro naturale, tra sogno e verità.   La raccolta, scelta da Anna Rita al mercatino dei libri usati di San Lorenzo a Roma, è tanto misteriosa quanto esigente: poco si sa dell’autrice marchigiana di base a Roma, poche le copie in circolazione di questa seconda opera (come si legge tra le brevi note biografiche) e il numero 00096 a identificarne le (forse) centinaia a disposizione all’uscita.   L’opera si compone di cinque sezioni. La prima, ERANO GIORNI…. è istillata di immagini dell’universo naturale in dialogo con l’introspezione dell’autrice. Alberi, vallate, fiori e animali diventano ...