[…] “Il potere della fede è reale. Ogni pensiero è una preghiera e se tale visione si trova in un angolo della propria mente, forse si realizzerà quanto è nel profondo del cuore.”
da Nota dell’Autrice
 

Noi ombre
di Romenia Fosci Suri, pubblicato per Campanotto Editore nel 2006, rappresenta per il collettivo un esempio di poesia metafisica, alla ricerca delle sue origini in un quadro naturale, tra sogno e verità.
 
La raccolta, scelta da Anna Rita al mercatino dei libri usati di San Lorenzo a Roma, è tanto misteriosa quanto esigente: poco si sa dell’autrice marchigiana di base a Roma, poche le copie in circolazione di questa seconda opera (come si legge tra le brevi note biografiche) e il numero 00096 a identificarne le (forse) centinaia a disposizione all’uscita.
 
L’opera si compone di cinque sezioni. La prima, ERANO GIORNI…. è istillata di immagini dell’universo naturale in dialogo con l’introspezione dell’autrice. Alberi, vallate, fiori e animali diventano specchio dell’anima riflessa e senziente, con il cuore che rincasa fuori dai pensieri, in lieve ascolto, oracolo di necessità taciute e di ricordo.


FALCO CRUDELE

 

Freme il pioppo,

muove vibranti foglie

il vento che fugge fra monti

e squarcia nubi.

 

Il falco lontano

custodisce nell’azzurro

visioni mutevoli al tempo.

 

Una figura si cancella

quando il sole annulla

il racconto del giorno –

 

Triste vetturetta incredibile

giri i versanti alla cima –

              l’annosa figura spia in attesa

Il figlio,

bagaglio cittadino 

di storie ignorate.

 

L’anima s’arresta muta

non vede tra singhiozzi

il calar della sera. 

 

EFFIMERO VIAGGIO

 

Come alberi trapiantati

entrano rami

nelle nostre case.

 

Da terre abbandonate

l’albero tagliato trasuda linfa

nei silenzi dimenticati.

 

Vani aspetti

di scia nebulosa

di fiumi dal corso irregolare

verso viaggi effimeri.

 

leggeri aliti

                  nascondono pietà –

 

Nell’invisibile che affiora

il tentativo di ricerca

di ritrovare quel ramo

quel canto di stelle

che amammo e

nel solitario approdo

l’ascolto.



Nella seconda sezione, L’ASCOLTO, arriva il momento di ricevere: piovve luce dall’alto / sparirono le tenebre / tutto fu gelido e definitivo. È l’ombra che si fa candida e cammina tra le sterpaglie. L’ombra del segreto e del silenzio, rarefatta, trasmutata a nuova vita.

 

 

NEL SILENZIO DELL’ORA

 

Nel silenzio dell’ora

cessata la pioggia

un raggio di sole scivola

ride tra fenditure di nubi.

 

Attraverso i vetri

è l’ondulata campagna

gremita di alberi e case.

Colori autunnali

nascosti tra valli

fino all’ultima possibilità visiva.

 

                                 Il mare si perde all’orizzonte

 

A te dirò ciò che resta

oltre il velo di lacrime

nel trascorrere lento dei giorni.

 

Un richiamo mi scuote

torno 

faticosamente ritorno

dalla nostra solitudine stupita

nel sogno senza più tracce.

 


NELL’ORA

                                                a Gina

 

Sosta il dolore.

Il sonno

ha portato echi di canto.

 

La mente riposa

non vuole sapere.

Il sorriso nel volto segnato

non è follia.

                Chi mai dirà parole.

 

La foglia del vento

non segue il dolore

rincorre i suoi sogni

percorre la strada, stanca

nel sopore dell’ora che batte pressante.

 

Dice il suo cuore:

lasciate che io rida

lasciate che io balli.

Ma voi non ridete.

                       Voi no, non dovete.

 

Domani sarà –

Forse, chissà!

Qualcuno già prega

qualcuno m’attende.

 

O Dio, se tu vuoi

non farmi soffrire.

 

                  Soltanto, morire.



La terza sezione, SENZA TE, chiama la voce: c’è la resa al distacco, al momento di riconoscenza dell’ombra, che si appresta a compiere il suo viaggio nel silenzio. È lì che trema, è li che sale in attesa di ri-conoscenza.

 

 

L’ATTESA

 

Germoglierà il ricordo

nell’autunno che avanza

verso la silenziosa via.

 

Riconoscerai la tua ombra

e le distanze segrete

cercando quel silenzio.

 

                                Il timore

non busserà più

non potrà

nella stagione del sogno.

 

Il canto

cerca il ritmo

nel profondo.

 

Vive l’anima sola –

ode tutti i suoni dell’aria

 

                              nell’ora di attesa.

 

A CASA

 

Nella calma

lo spirito riposa

solo.

 

Sfuggono illusioni

e la nostra mano

resterà unita

oltre i confini,

come la vita che lieve

scorreva su noi.

 

L’affanno è presente

tra melma e ghiaccio

ma il ritorno

uguale resta

valido al cuore.


Del profondo dei tigli

piena è la stanza

come di sostanza alloggiata…


Flebile l’abbaiare lontano

risponde al richiamo

della mia solitudine.

 


Penultima sezione, TERZO MILLENNIO, avanza in silenzio, dirada la mente contorta e lascia spazio alla luce.

 


EVOLUZIONE

                                                                         Terzo millennio

Muto il canto

 

Affiorano visioni

di tumultuosa via.

 

Il ramo ancora verde

di ricordi e speranze

sente l’avventura

con mente smarrita.

 

Si udrà il rombo

incalzante

di nuove confuse certezze

sovrastate da spinte crudeli

verso lontane visioni.

 

In tutti è il Mondo

pensiero – spazio di Dio.

 

Delle verità cercate

la nuova coscienza

conoscerà risposta

di luce infinita.

 

 

KAMIKAZE

 

Non ha ricordi ancestrali

la sua solitudine

fa sterile l’animo

duro il cuore.

 

Semina una messe

costretta a mietere

ogni seme selvaggio

investe rovine

di nuove nel mondo

semina.

 

                          Facile preda

                          nessun padre né madre

                          c’è per lui –

 

Solitari passi

senza radici.

Buoni denti rubati là

dove la terra libertà 

anela.

 

Nel silenzio

della sua cenere

lo spirito celato

sale il sentiero

si allarga al vento

sprezzante 

oltre la verità

che nono conosce

ricerca verde.

 


La sezione conclusiva UN’ALTRA VIA, riassume il percorso, smistando pensieri e anima. Nell’emozione restano il canto e il respiro – ed è il momento di incontrare l’ombra, riconoscerne i limiti: l’imprevedibile ansia / diviene pietà / tenerezza di sé. Scardinare i pensieri è l’unico modo per incontrarsi.

 

Noi ombre

amiamo

ombre

le abbracciamo

con il nostro cuore.

 

Il mondo

guscio plasmato.

Noi dove siamo?

 

Impressioni evanescenti

Cadono sulla nostra mente

polvere di polline

si adagia su la coscienza.

 

Tutto oscuro

eppure intenso

come se la striscia

che racconta la vita

si possa arrotolare e serbare.

 

Occorre uscire

ora.

Qui è la nostra verità,

conoscerla per ritrovarla.

 

RICERCA

 

È lì

nell’angolo

lungo il fiume

in quella luce

negli incarnati colori.

 

Non trovi

resti solo

tutto

dentro rimane

              e cerchi

              e vuoi.

 

Fermati

è qui

riconoscilo 

in te.

 

NON È CONOSCENZA

 

Da

tremanti matite

un confuso sapere

rigenerava il già noto

 

e conoscenza non era.

Ciascuna impressione

seguiva.

 

Due voci

e lui

prese l’omino di gomma,

                      presenza diversa.

 

Dissero – ascolta – 

chi sei?

 

Disegni e numeri

allora lei disse

chiedendo risposta

     

                  superficie

                 è il solo sapere.

 

Camminare 

con passi potenti

l’offerto passaggio

oltre la soglia

Ascoltarsi

 

                      solo sapere

                     conoscenza non è.

 

 

La poesia di Fosci Suri è mistica immagine dei nostri processi di valutazione – l’inconscio subordina a stati tutto ciò che matura, tutto ciò che e confortevolmente cosciente. Ma L’uomo nuovo / ha forza di spirito / nel cieco dolore che affanna.

 

 

[…]

Oda il cuore

come semplice 

il gesto minimo

appare.
Canto di mille voci

attorno risuona e richiama.

 

Disperse le tenebre,

emerge il momento che avanza

la vigile intesa che salva.

 

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