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Showing posts from September, 2025
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La caverna Goccia dopo goccia.  Dall’alto gocce d’acqua cadono su di me.  Rigano il mio dorso, le mie spalle, i miei capelli.  È un attimo e sento freddo.  Sono fredda come la roccia  che mi circonda.  In questa grotta, una caverna,  nera, di roccia nera che tocco  con le mie mani e sento  gocce su di me che sono nera  e dura e immobile. * Un uomo e la sua terra Lentamente  un uomo cammina sulla sua terra.  Fatica negli occhi e nelle braccia.  Brulla e spoglia la terra lo abbraccia  e nel buio lui la nutre  del suo infinito amore.  E come grinfie docili  solchi sulla terra  e grandi zolle e passione.  Alle luci dell’alba  gli occhi lontani di una bambina,  colmo il suo cuore di ricordi. * Vacillare Ad occhi chiusi  nel tepore sulla soglia  della fine,  amplifico il boato  sorprendente.  Da lontano arriva e le anime sveglia. Mi aggrappo.  Lenzuolo o ancor...
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Si dice che siano i libri a trovare noi e non il contrario.  È sicuramente questo il caso di A beneficio degli assenti di Stefano Simoncelli, edizione peQuod  2020, scelto da Giulia per la rubrica letteraria di questa settimana.  Il collettivo ha avuto il piacere di conoscere l’autore al mare, tra le barche del suo canale e questa  appena trascorsa, è stata la prima estate in cui il mondo non ha goduto della sua penna.  In un tempo calmo, decisamente non sospetto, intriso di salsedine e poesia, è avvenuto il mio incontro  con il libro. Sono state le rondini in copertina ad attrarmi, su un cielo insolitamente rosso.  Tre piccole rondini: libere, determinate, evocative, magnetiche, esattamente come le parole che  custodivano. Di Simoncelli mi è rimasta conficcata nella pelle la sua capacità di vivere, abitare e  descrivere il dolore: senza maschere, senza riparo, senza eguali. Le rondini erano il mio popolo  in festa, disorientato, v...
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 #1 Morire non muore -potesse:  ferma al di qua dei denti  nello scudo leggero dove il bolo di fiele s'attacca bruciando come sole di luglio non prima del viola del giorno. Poi ride, strepita, cerca il mio aiuto: sulla strada del sonno la schiaccia la lingua, ma pallida ortica, risplende di Venere. Voce. #2 Vi basti sapere che io me ne andrò dov’è meno amaro e amore -dove non c'è lo Scirocco che grida e istiga i vortici in mare. S’impolveri solo, ventaccio noioso, stia nelle grondaie nascosto,  spaccando le mani, gabbiano stridente,  lamento costante, di notte, dei cani. Rimanga col rosso, iroso, con l’onda col caldo, col volo di storni, col sale: col terso, col buio, con chi non ritorna mi porti per strada Maestrale. Non mi fa dormire, mi chiama, mi scrolla fa luce col faro, mi bagna la testa -e al piccolo cargo mi lega la lenza, che arrotola ancora, più al largo. ** Cristina Lingesso Patisso (Taranto, 1984). Mistura estranea dal passo fluttuante, rivolta a tra...
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La luce per l’inverno è l’ultima raccolta di poesie di Daniele Ricardo Vaira, pubblicata dalla casa editrice Arcipelago Itaca, tra le opere vincitrici della decima edizione del premio per una raccolta di versi - non opera prima. Questo libro, scelto da Eleonora, rappresenta nella sua interezza un esempio ammirevole di un’opera lirica che incontra il battito della contemporaneità. Si tratta di una raccolta che può definirsi con esattezza stratificata e dettagliata, non solo nell’utilizzo di registri linguistici diversi che Daniele Ricardo Vaira coniuga e intreccia con audacia e sensibilità, ma anche nelle prospettive, tra presente e ricordo, tracciate con cura. La visione, già dal titolo, ci rivela le ambiguità e i contrasti del tempo dell’umano e del poeta: la luce, con il suo articolo determinativo a precederla, assume una connotazione di necessità per superare l’inverno, e al tempo stesso ci suggerisce che quella luce è unica ed essenziale, legata alla stagione, alle sue...