#1

Morire non muore -potesse: 
ferma al di qua dei denti 
nello scudo leggero

dove il bolo di fiele s'attacca
bruciando come sole di luglio
non prima del viola del giorno.

Poi ride, strepita, cerca il mio aiuto:
sulla strada del sonno
la schiaccia la lingua, ma

pallida ortica,
risplende di Venere.
Voce.




#2


Vi basti sapere che io me ne andrò
dov’è meno amaro e amore
-dove non c'è lo Scirocco
che grida e istiga i vortici in mare.

S’impolveri solo, ventaccio noioso,
stia nelle grondaie nascosto, 
spaccando le mani, gabbiano stridente, 
lamento costante, di notte, dei cani.

Rimanga col rosso, iroso, con l’onda
col caldo, col volo di storni, col sale:
col terso, col buio, con chi non ritorna
mi porti per strada Maestrale.

Non mi fa dormire, mi chiama, mi scrolla
fa luce col faro, mi bagna la testa
-e al piccolo cargo mi lega la lenza,
che arrotola ancora, più al largo.


**

Cristina Lingesso Patisso (Taranto, 1984). Mistura estranea dal passo fluttuante, rivolta a traguardi mutevoli. Tarantina millennial raramente spartana e confusamente riccia, con slanci di horror vacui e fughe silenziose fra corde ostili - ma su ritmo di musica eroica. 


» la prima foto è di Francesco Quarto


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