I Sono inciampata tra le erbacce, i viottoli scoloriti il grido di un gatto - il vissuto – maligno in mezzo alle sigarette - come le mani – fumate a metà. E quando sono inciampata là sono rimasta: nella poesia che dice «Io» tra la luna amata e la pipì dei bimbi. II Com’è crudele l’alba: toglie a quella che taglia, ma getta sotto il cerchio che scotta. - A chi dei due appartengo, me, che sono ancora e nonostante luce? – Com’è rovinosa l’alba: promette per tradire, ritorna solo per andare. Come squilla il Gallo: tremo sotto il piumaggio, a maggio muoio e rinasco - a tutti è questa china di salmastro d’amore corroso e dolore d’amianto – ma a me è dosso curvo in eterno, non risalgo dal fondo dove la tua alba m’ha travolto. E questa mi è cru...