Una goccia di pioggia
lungo il bavero del cappotto
una valanga
fili d’erba strappati
unghie spezzate
frammenti di cieli oblunghi
e ciottoli di fiume.
Non so dove portarti
per farti respirare.
*
Nessuno
è disposto a spiegare
come si fa
a spegnere
tutte le stelle in cielo
a ricomporre
schegge di cristallo
senza sapere
quale sia
l’oggetto originario.
Riverberano echi desolati
la mano si aggrappa
la stoffa si lacera
ti senti estraneo
sopra la terra
sotto la pelle.
*
Disfo tappeti di foglie secche
e cavi elettrici
un nodo alla volta
comincio daccapo
una voce entra col suo stridere gelato
non sei tu non sono io
lascio andare i secondi passati nell’attesa
cantando a memoria tutti i perdoni che so
ho costruito
la mia casa già in fiamme
nel sangue
che ti scorre nelle vene.
*
La luce era scarsa
non sapevo che farmene di tutte quelle ombre
sono rimasta in piedi
il ragazzo seduto sul divano scorticato dai gatti
ha fatto finta che non fossi lì
l’uomo invece mi ha abbracciato forte
terribili voci di donna
salivano dal vicolo
era inutile provare ad affacciarsi
il cielo non si vedeva.
*
La costante è l’oscillazione
tra l’aver perso le braccia
e l’aver ingoiato
una boccetta di profumo
in mezzo sta la mancanza
della tua risata
è il suono dei sassolini
sbattuti dalla risacca
sulla spiaggia di Fornillo.
*
Ieri cinque poesie inedite di Eleonora sono state pubblicate su Perìgeion, su scelta di Francesco Tomada, autore di L’infanzia vista da qui (Sottomondo Edizioni, Treviso 2005), A ogni cosa il suo nome (Le Voci della Luna, Sasso Marconi - Bologna 2008), Portarsi avanti con gli addii (Raffaelli 2014), Non si può imporre il colore a una rosa (Carteggi Letterari-Le edizioni, 2016) e Affrontare la gioia da soli (Samuele Editore - Collana La Gialla Oro, 2021).
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